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Nuove e interessanti proposte di scritture con alfabeti, lettere e logo sono state elaborate dallo staff artistico di ArsMeteo.
La promozione dell'immagine di una Nazione, del territorio, delle varie regioni, citta' e paesi, puo' essere veicolata anche con la calligrafia.
The image of Nations, local areas, regions, cities or countries, can also be promoted with handwriting.
PREMIAZIONE E CONVEGNO DAL TEMA
L’Arte del disegno negli abbecedari, strumenti didattici per l’alfabetizzazione
Salone d’Onore l’Accademia Albertina di Belle Arti
Via Accademia Albertina, 6 – Torino
Martedì 23 novembre 2010 ore 10.30 – 12.30
Ingresso Libero
Con il patrocinio di
Torino, giugno 2010 * * * Il Caus – Centro Arti Umoristiche e Satiriche, ha inteso affrontare un tema culturale desueto, quello dell’abbecedario. Tale essenziale strumento di alfabetizzazione è ormai fermo dal 1800, epoca del Collodi e di Pinocchio.
Se è ben vero che negli ultimi duecento anni, grafici ed artisti hanno realizzato splendide opere trattando l’illustrazione di lettere e numeri per gli abbecedari, è altrettanto vero che nessuna novità è stata espressa in termini pedagogici, formativi, stilistici e semantici.
L’abbecedario, infatti, offre vari tipi di letture e quindi di fruizione. Esso affonda le sue radici nella necessità di rappresentare e trasmettere visivamente il suono delle lettere, grazie a cui prendono corpo parole e significati. In tal modo è possibile stabilire un codice comune di comunicazione, accettato da tutti: essenziale per far dialogare persone e nazioni, anche diverse fra loro.
In una società multi etnica, dove culture ed alfabeti si incontrano e si integrano, la funzione didattica dell’abbecedario, riguarda sia i bambini, sia gli adulti., e in termini sociali e di integrazione, diviene a pieno titolo un importante strumento, come una norma di comportamento, una legge scritta o la regola di un gioco.
Se è ben vero che le lettere sono quelle di sempre, diversa è la scelta della loro rappresentazione: ieri si poteva utilizzare l’illustrazione di una carrozza a cavalli, affiancandola alla lettera C, oggi si useranno immagini, come quella di un computer o di un cellulare.
Sin qui il passato. Il C.a.u.s. – Centro Arti Umoristiche e Satiriche, con il Concorso “Abbecedario che Figura” ha lanciato una sfida per il futuro: l’utilizzo di lettere e numeri non strettamente legato al rapporto tra questi ultimi e le la figura. Ogni lettera, numero o punteggiatura non trova più il corrispettivo in una immagine che inizia con quella lettera, ma diviene una parte dell’immagine stessa. E’ questa la via percorsa dai concorrenti che hanno partecipato al concorso. Ciascun autore ha creato un modo nuovo di intendere l’abbecedario. Non più la lettera, vicino all’oggetto il cui nome per questa inizia, bensì animali, persone, cose, paesaggi, che celano lettere, numeri e punteggiatura. Una piccola opera d’arte, da decriptare, grazie all’ausilio di filastrocche, indovinelli e frasi che sollecitano la curiosità di scoprire lettere e numeri all’interno del disegno stesso. Tutto ciò favorisce l’allenamento della memoria visiva all’associazione di immagini e di idee.
A differenza, quindi, dei suoi antenati e degli attuali abbecedari in uso presso le scuole, ciascuna lettera non è associata all’iniziale di un’immagine, ma forma con altre lettere una figura. Le varie lettere, in sintesi, formano i dettagli dell’immagine.
La mente non dovrà più abbinare 26 soggetti differenti alle lettere giuste, ma all’interno di una sola immagine troverà parte dell’alfabeto o tutte le sue lettere. Cambia, inoltre, il rapporto fra il suono della lettera e il nome del soggetto attraverso cui identificarla: non più A come ape, ma A come parte del corpo di un’ape (ala). L’insegnante. per stimolare l’allievo. avrà come sussidio gli indovinelli abbinati alla figura.
I partecipanti al concorso hanno dimostrato come le variabili da un punto di vista calligrafico e artistico possano diventare quasi infinite. Per esempio il calligramma A può trasformarsi nell’immaginario dei calligrafi nel becco di un uccellino, nell’ala di un insetto o in un cappello da clown. C’è chi ha utilizzato tutte le 26 lettere dell’alfabeto per disegnare un’immagine, chi solamente i 10 numeri, chi ancora ha concepito una figura usando le sole vocali, la punteggiatura e i numeri.